PEDALART

Domenica 24 maggio. PEDALART PR5. Petrarca, tra cultura e silenzio


Descriviamo il percorso che avremmo fatto il 24 maggio e che faremo il prossimo anno!!!
Il percorso fa scoprire i luoghi di Parma, di Monticelli Terme e della Val d’Enza con il Tempietto di Selvapiana, in cui Petrarca è vissuto per circa dieci anni, un fatto poco noto. Ci avrebbe guidato il Prof. Paolo Fabbri.

Percorso PR5. 80,1 Km. Petrarca tra cultura e silenzio.

Si inizia visitando Parma dove Petrarca arrivò nel maggio del 1341 in compagnia di Azzo da Correggio che aveva appena conquistato la città, strappandola al dominio momentaneo degli Scaligeri di Verona. Petrarca era reduce dall’incoronazione poetica in Campidoglio, ottenuta dopo essere stato esaminato da Roberto d’Angiò a Napoli. Fu un ingresso trionfale, come si può vedere nel bell’affresco dipinto da Stanislao Campana nel 1834 nella Sala Maria Luigia della Biblioteca Palatina che raffigura la scena dell’arrivo a Parma di Petrarca affiancato dai tre fratelli Da Correggio, Simone, Guido e Azzo. La duchessa Maria Luigia, oltre a commissionare l’affresco della Pilotta, fece erigere tra il 1835 e il 1840 il tempietto di Selvapiana nel posto dove Petrarca aveva la sua dimora. Il percorso inizia quindi dal Complesso della Pilotta, fatto costruire dal duca Ottavio Farnese alla fine del ‘500 e al cui interno si trova la Biblioteca Palatina. Dalla Pilotta ci si sposta al Duomo. Al tempo di Petrarca il Duomo e il Battistero avevano lo stesso aspetto di oggi. Il XIV secolo fu un secolo alquanto turbolento per la città. Nel 1316 era stato cacciato Gilberto da Correggio, che aveva tentato di stabilire una Signoria a Parma, poi aveva preso il sopravvento la famiglia Rossi che, dopo aver eliminato le famiglie rivali, era riuscita a governare la città per 13 anni alleandosi prima con il legato papale Bertrando del Poggetto, poi con l’imperatore Ludovico il Bavaro, infine con Giovanni di Boemia e suo figlio Carlo (il futuro imperatore Carlo IV). Passando lungo la parete esterna della Cattedrale dal lato del campanile e del Battistero, giungiamo davanti ad un’entrata laterale della chiesa. Proprio all’ingresso troviamo una cappella, dedicata a Sant’Agata. Lì, a sinistra dell’altare, si staglia un sontuoso cenotafio, fatto erigere nel 1709. Il monumento, sotto il busto del poeta, riporta una dotta iscrizione in latino in cui è messo in evidenza che Petrarca fu arcidiacono della Cattedrale. Nel 1348 era stato insignito della carica di arcidiacono, dal 1346 era canonico. Imbocchiamo borgo del Correggio, già borgo degli Uccellacci, antica strada che nel Medioevo era probabilmente fornita di portici, e svoltiamo per borgo del Petrarca (già borgo San Giovanni). Al n°9 abitava il Petrarca, in una casa che gli era stata assegnata in usufrutto proprio in quanto arcidiacono della Cattedrale. Sopra il balcone del primo piano è visibile una semplice lapide con un piccolo busto dello scrittore. Sulla sinistra della strada si apre un borghetto che prende il nome di Santo Stefano. Santo Stefano è la chiesa , oggi sconsacrata, in cui si recava spesso Francesco. Quella esistente ai suoi tempi venne rifatta nel XV secolo ed aveva una pala d’altare raffigurante la Madonna col Bambino in gloria tra i santi Stefano e Giovanni Battista, dipinta da Michelangelo Anselmi dopo il 1530, ora conservata al Louvre. In un cortile attiguo sorge una fontana sormontata da una statua della Madonna col Bambino di scuola antelamica. È chiamata la Vergine del Petrarca perché ad essa si era forse ispirato il Petrarca per comporre una delle sue poesie. Dopo aver ammirato la struttura dell’antica chiesa quattrocentesca, dirigiamoci verso la piazzetta, dove possiamo vedere il campanile. Proseguiamo dirigendoci sotto l’arco che sbuca in via Repubblica (già strada San Michele). Pressappoco in questo luogo (tra via Repubblica e via al Collegio Maria Luigia) sorgeva la casa che il Petrarca aveva comprato pochi anni dopo il suo arrivo a Parma. Era una casa con giardino attraversato dalla “Canalazza”, che scendeva lungo la stessa strada provenendo dallo Stradone. A Parma Petrarca pensava di stabilirsi per sempre. Vi fece venire il figlio Giovanni che affidò al maestro di grammatica Moggio Moggi. In questo periodo si dedicò intensamente alla produzione letteraria: opere come l’Africa, i Rerum memorandarum libri, molti sonetti e canzoni risalgono al suo soggiorno parmense. A Parma, colpita dalla peste, egli apprese della morte di Laura ad Avignone. Il suo sogno di condurre a Parma e in Val d’Enza una vita serena, dedita alla riflessione filosofica e alla scrittura di testi in latino e in volgare, si infranse ben presto, a causa delle discordie e delle guerre tra i vari Signori per il possesso del Parmense. Inoltre, si instaurano rapporti difficili con il vescovo Ugolino Rossi, la cui famiglia era in perenne lotta con i Da Correggio. Soffermiamoci davanti al giardino del Convitto Maria Luigia e immaginiamo come poteva essere il luogo in cui il poeta abitava. Il convitto si trova dove sorgeva l’anfiteatro romano, di cui resta qualche traccia. Con le pietre dell’Anfiteatro Federico Barbarossa fece costruire il Palazzo Imperiale. Dopo la caduta degli Svevi, il Palazzo entrò in rovina, ma venne restaurato da Simone da Correggio che vi stabilì la sua dimora. Da lì ci dirigiamo verso Via Repubblica, svoltiamo a destra per Viale San Michele. Sulla destra osserviamo il convento e la chiesa di San Luca degli Eremitani, esistente al tempo del Petrarca (poi trasformata nel tempo e sconsacrata agli inizi del XIX sec.) Si esce da Parma tornando sul Lungo Parma, via Montebello, Via Budellungo, Coloreto, Malandriano, Monticelli. Qui si sosta a Villa Micheli Mariotti. La villa sorge sui ruderi di un castello dove soleva sostare il poeta durante i suoi spostamenti da Parma a Selvapiana. Si riprende la ciclabile che porta a Basilicagoiano, Montechiarugolo e Tortiano. Si prosegue per poi deviare a sx su Strada del Bottone che porta a Vignale e ci si immette nella provinciale svoltando a sx (attenzione, traffico). (Opzione: svoltando a dx verso Traversetolo, dopo 300 m sulla sx si prende la strada che in salita porta al Castello di Guardasone). A sx si segue la strada provinciale (attenzione, traffico) che porta al ponte sull’Enza e si raggiunge S. Polo (31 Km) di cui si visita il centro storico. Si prende la pista ciclabile che costeggia l’Enza e un canale di irrigazione e arriva in 6 Km oltre Ciano d’Enza. Qui, ci si immette sulla strada provinciale (attenzione, traffico) che si segue per 1 km fino a Cerezzole. Si svolta a sx per Selvapiana in sostenuta salita per 1.5 Km. Si seguono le indicazioni per il Tempietto Petrarca su strada sterrata in discesa che si raggiunge in 0.5 km. Il Tempietto e la casa del custode sono stati recentemente riportati all’antico splendore e il luogo è di grande fascino.