PEDALART

Domenica 10 maggio. Due pedalate virtuali. “Pedalart Parma 2020. 1) Castelli parmensi. 2) Mulino delle rose a S. Secondo e Podere Villargine”.


Abbiamo usato il condizionale passato perchè, a causa della emergenza Coronavirus, non è consentito fare le gite di gruppo.

1) PedalArt Parma2020. Castelli parmensi: Torrechiara, Felino, Sala Baganza.

Il percorso è un invito alla scoperta di alcune delle più
significative e suggestive residenze fortificate delle colline
parmensi: Torrechiara, Felino, Sala Baganza.

Castelli parmensi. Percorso ad anello. Km 49,48. Classificazione percorso PR7

I nostri Capogita sarebbero stati: Gabriella, Gigi, Iaia e Lucio

Descrizione del percorso

Si sarebbe partiti da Parma seguendo la sponda dx della Parma attraversandola sul Ponte Du Tillot.
Si sarebbe seguita via Langhirano e con attenzione si sarebbe percorsa la grande rotatoria seguendo le indicazioni per Alberi e Vigatto. Il percorso si sovrappone con il Cammino dei Linari. Si sarebbe raggiunto Alberi su strada trafficata e dopo 200 m una strada sulla dx che porta a Vigatto.
Da qui si sarebbe continuati per Pannocchia. Al semaforo si sarebbe girato dx e subito dopo a sx per strada Stanislao Campana (la via dei Linari prosegue verso Pilastro) che all’inizio è costeggiata dal castello di Pannocchia.

Castello di Panocchia

La strada prosegue lungo la Parma e passa davanti alla Badia di Torrechiara che merita una visita. Si sarebbe proseguito con il castello di Torrechiara già in vista attraversando con attenzione la provinciale e si sarebbe raggiunta Torrechiara (punto sosta/info a AssaporAppennino (P.zza Leoni, 2) e possibilità noleggio ebike (21 Km). Si sarebbe saliti al Castello. Lo splendido Castello di Torrechiara, costruito da Pier Maria Rossi per l’amata Bianca Pellegrini, parla della loro passione in stile epico-cavalleresco: dalla Camera d’Oro, attribuita a Benedetto Bembo, alla stanza nuziale. La Rocca d’impianto quattrocentesco, turrita ed elegante, affascinò scrittori e registi: fu set del celebre film Ladyhawke. Il nome Torrechiara potrebbe derivare da “torchio” nel Castello di Torrechiara (Vittorio Mottini) cuore della valle dove si produco vini oggi ed olio nel medioevo. Pochi sanno che il Castello fu posto sotto la protezione della Madonna, per volere di Pier Maria Rossi devoto alla Vergine: iniziò infatti la sua costruzione nel mese di maggio del 1448. Oggi di proprietà dello Stato è tra gli esempi più significativi dell’architettura castellare italiana. Da notare all’interno la ricchezza degli affreschi a ‘grottesche’ di Cesare Baglione. Il Castello di Torrechiara è chiamato la fortezza dal cuore affrescato: sorge “altiera et felice”.

Castello di Torrechiara

Da Torrechiara è vivamente consigliato visitare Langhirano, patria del Prosciutto di Parma, passando da Vidiana per evitare la pericolosa strada provinciale. Da visitare il museo del prosciutto e su prenotazione un prosciuttificio.

Dal castello si sarebbe scesi e si sarebbe risaliti per la strada del Mulino (sono 200 m che si possono anche fare a piedi). All’incrocio si sarebbe tenuta la dx e si sarebbero seguite le indicazioni per Calicella. Si sarebbe girato a sx sulla provinciale trafficata che si sarebbe seguita per 3 km fino a Felino (10 km). Si sarebbero le indicazioni e si sarebbe saliti al Castello di Felino (150 m che si possono fare a piedi) che ospita anche il museo del salame. Costruito nell’890, il Castello di Felino è stato ampliato e fortificato nei secoli seguenti. Raggiunge il massimo splendore alla metà del XIV secolo sotto la potente famiglia dei Rossi. Nel 1483 è conquistato da Ludovico il Moro che ne fa spianare le strutture fortificate. Nuovamente ricostruito, passa sotto il dominio delle famiglie Pallavicino, Sforza, Farnese che ne completano l’assetto residenziale. Il massiccio edificio è cinto da fossato, con quattro torrioni angolari ed un bel cortile interno. Il Castello di Felino è visitabile solo parzialmente (mura esterne, corte, sotterranei). Le visite guidate sono su prenotazione. All’interno del Castello di Felino è attivo il servizio di bar e ristorante “Locanda della Moiana”. In occasione di banchetti, matrimoni, eventi il castello potrebbe non essere visitabile: si consiglia una telefonata prima di recarsi in loco.

Dal castello saremmo discesi, attraversando il paese, alla rotatoria avremmo preso a dx, attraversando la provinciale per seguire la pista ciclabile che supera il Baganza sul lato sx del ponte. Saremmo passati vicino al campo sportivo e poi passata la provinciale per San Vitale Baganza saremmo arrivati al grande giardino sotto la Rocca di Sala Baganza, Da strada Martiri della Libertà saremmo arrivati alla Rocca. Scopriamo l’antica Residenza di caccia dei Duchi Farnese e Borbone alla Rocca Sanvitale di Sala Baganza. Com’era tanto tempo fa un palazzo residenza di caccia? Lo potete vedere alla corte di Sala Baganza adagiata sulle prime colline dell’Appennino, presso il torrente Baganza. Ebbe un ruolo di primaria importanza nel sistema difensivo dei castelli parmensi: qui vissero conti e duchi per secoli, i Sanvitale, i Farnese, i Borbone. La Rocca Sanvitale di Sala Baganza, in provincia di Parma, è arricchita da un grande giardino settecentesco cintato da mura dell’epoca. Conserva al suo interno preziosi affreschi e stucchi, scenografie dove donne di cuori, cultura e congiure filarono destini e trame. Dall’eroina Donella Rossi alla bella Barbara Sanseverino e la figliastra Eleonora, cantate da Tarquato Tasso, e poi la discussa Maria Amalia d’Asburgo Lorena e infine la Duchessa di Parma
Maria Luigia, ospite nella dimora per un lungo periodo. Riaperta al pubblico nel 2003 ospita iniziative culturali e concerti organizzati
all’interno del suggestivo Oratorio settecentesco dell’Assunta. Meritano la visita gli affreschi di Orazio Sammachini, Ercole Procaccini, Cesare Baglione. Nelle cantine e nell’ex ghiacciaia della Rocca San Vitale è stato allestito il Museo del Vino. All’interno delle sale cinquecentesche della Rocca, è visitabile in modo permanente la mostra di scultura di Jucci Ugolotti Sacro e Profano.

Si sarebbe ritornati nel giardino e alla pista ciclabile che passa sotto il ponte per Felino (attenzione fare questo passaggio a piedi) e porta a Parma costeggiando il Baganza. Questo è il percorso delle residenze ducali e parte di BicItalia 16 (Verona-Mantova-Parma-Berceto-P. so Cisa-Francigena) (20 Km).

2) Mulino delle rose e Podere Villargine

I nostri Capogita sarebbero stati: Nadia A. e Giorgio

Mulino delle Rose

Presentazione a cura di Ettore Ferrari

Il Mulino di San Genesio fa parte della storia del territorio di San Secondo Parmense già dall’ Ottocento e trova tracce nelle cartografie del catasto austro ungarico del 1820.
Con la mia famiglia abbiamo deciso di acquistarlo nel 1991, conquistati dallo scorrere dell’acqua e dal secolare e maestoso Taxodium Disticum (detto anche Cipresso Calvo) posto a guardia dell’ingresso. La collezione di rose, come ci piace definirla, nasce, un po’ per caso e un po’ per passione, nel 1999, una volta terminata l’impegnativa ristrutturazione dei fabbricati, quando io e mia moglie pensammo fosse il momento di addolcire il paesaggio intorno al mulino.
La volontà era quella di creare sì un giardino ma comunque di rispettare la vocazione agricola della struttura, come era già stato fatto negli anni precedenti con l’impianto della siepe, realizzata solo con essenze autoctone, e con la scelta di mantenere i terreni a prato stabile “come una volta”. Dopo qualche tentativo non riuscito di creare un giardino con essenze, la nostra attenzione si è spostata sulle rose grazie anche alla Mostra di Colorno che ci ha fatto riscoprire il fascino delle “rose antiche”, legato anche ai nostri ricordi di ragazzi delle “Rose della Madonna”. Da allora con un po’ di pazienza e di studio abbiamo lavorato per ampliare la collezione, aprendoci non solo agli specialisti italiani (Il Vivaio “La Campanella” e l’ibridatore Walter Branchi solo per citare i più importanti per la nostra storia) ma facendo ricerche anche in giardini storici e vivai di Francia, Germania e Inghilterra. La collezione ha superato ormai le 700 specie e annovera circa 600 esemplari di varietà antiche, tra queste vi sono Cinesi, Bourbon, Bermuda, Ibridi perpetui, Noisette, Botaniche ma spicca la nostra predilezione per le Te (la “madre” delle rose moderne) e soprattutto per le Rose Galliche (che fioriscono solo a maggio) di cui ormai abbiamo una delle maggiori raccolte (circa 300 specie) in Italia.

Podere Villargine

L’azienda agricola Podere Villargine è uno di quei posti di cui è impossibile non innamorarsi. Immersa nel verde delle campagne di San Secondo, famosa per i prodotti agricoli e per la mitica “spalla cotta” propone degli itinerari naturali per riscoprire la natura.
Volete visitare una fattoria per vedere come si coltiva la frutta, che cos’è la frutticoltura o come agiscono gli insetti antagonisti nella lotta contro quelli nocivi, cos’è il metodo della confusione sessuale e delle trappole? Quello che vi aspetta alla fattoria Podere Villargine è un’esperienza a 360 gradi sulla campagna, un percorso non solo gastronomico, ma anche naturalistico, dove imparerete cosa significa biodiversità e amore per la terra, ma non come slogan, ma come modo di vivere per un consumo più consapevole. Vedrete come vengono prodotte le marmellate, come crescono e vengono curati gli alberi da frutto e se volete immergervi nella natura sono disponibili (su prenotazione) delle biciclette per affrontare della passeggiate lungo l’argine del Taro. Il tutto è studiato per offrire al visitatore un’esperienza “naturale” che si articola attraverso percorsi tematici e manuali, studiati appositamente per far valorizzare e far conoscere il patrimonio culturale contadino delle terre di Parma. Stefano Annovi è il creatore di questo paradiso e non solo, è anche un “Agricoltore Custode”, il suo ruolo è quello di tutelare la biodiversità del suo territorio e di conservare il patrimonio genetico di specie autoctone ormai non più comuni.
Volete acquistare frutta di stagione coltivata con passione e rispetto dell’ambiente? Podere Villargine, in conversione biologica, vende direttamente in azienda e nei mercati di Campagna Amica di Salsomaggiore Terme (lunedì), Sala Baganza (giovedì).

Descrizione del percorso

Lunghezza del percorso; Km 58

Il luogo del ritrovo sarebbe stato al Parco Bizzozzero alle ore 9:00. Utilizzando la rete ciclabile avremmo percorso la sponda sinistra del torrente Parma fino al Ponte Nord. Avremmo raggiunto il percorso ciclabile sulla sinistra del torrente Parma fino a Baganzola. Percorrendo strade a basso traffico ci saremmo diretti a Ronco Campo Canneto per salire sulla ciclopedonale del fiume Taro. Saremmo usciti all’altezza del ponte di San Secondo Parmense. Breve sosta in pasticceria per un buon caffè e una pasta. Ripartenza alla volta del Mulino delle Rose su strade a basso traffico. Visita guidata alla collezione di rose. Ci saremmo diretti verso il podere Villargine. Visita e degustazione dei prodotti locali. Ritorno a Parma.