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PERCHE’ FIAB-PARMA BICINSIEME NON E’ FAVOREVOLE ALLA PISTA CICLABILE NEL GRETO DELLA PARMA


PERCHE’ FIAB-PARMA Bicinsieme NON E’FAVOREVOLE ALLA PISTA CICLABILE NEL GRETO DELLA PARMA. L’associazione FIAB-PARMA Bicinsieme, che a Parma rappresenta la Federazione Italiana Amici della Bicicletta, la più importante organizzazione nazionale di promozione all’uso urbano ed extra urbano della bicicletta per una mobilità sostenibile, pone all’attenzione dei cittadini di Parma alcune osservazioni sul Progetto di Parco Fluviale della Parma, recentemente proposto dal Comune. Potrebbe sembrare paradossale che un progetto che prevede una nuova pista ciclabile sia avversata dall’associazione che sostiene le piste ciclabili e la mobilità ciclistica. Le motivazioni della nostra contrarietà sono:

  1. La pista ciclabile di cui si propone la realizzazione nel greto della Parma tra Ponte Verdi e Ponte Italia (1900 metri), dovrebbe svolgere la funzione di asse di scorrimento Nord-Sud per gli spostamenti ciclistici cittadini. Questa funzione non ci risulta che trovi riscontro in alcun documento pianificatorio del Comune di Parma, dal Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS) al BiciPlan, le cui strategie e interventi indicano che l’asse Nord-Sud della mobilità ciclistica è, come logico, il Lungo Parma. Di fatto, il progetto sposta l’attenzione e i fondi rispetto agli interventi che devono e possono essere fatti sul Lungo Parma per renderlo un effettivo, efficace, funzionale e sicuro asse di mobilità per biciclette Nord-Sud.
  2. Da un punto di vista puramente ciclistico, la pista ciclabile proposta è di limitato utilizzo in quanto le rampe di accesso hanno una pendenza (7-8%) che scoraggiano la stragrande maggioranza dei cittadini di Parma. La pista è chiusa durante le ore serali e non è percorribile per circa sei mesi all’anno. Non si può creare un asse viabilistico che si ritiene importante per la città con tutte queste limitazioni. I costi di realizzazione (700,000 euro più quelli di manutenzione a causa delle piene) sono spropositati rispetto al potenziale utilizzo e ad una rete ciclabile costantemente in affanno per la manutenzione. Esempi di uso alternativo e più utile dei soldi comunali sono rappresentanti da: – la sistemazione del percorso ciclo-pedonale per Baganzola che è soggetto, nei due punti in cui corre nel greto della Parma (!!!), a copertura da fango che lo rende inagibile. Da almeno due anni i fondi sono stati stanziati per la sistemazione ma, ci è stato riferito, che AIPO solleva obiezioni alla realizzazione di una piccola massicciata di una decina di metri per alzare il livello della pista e per motivi di sicurezza. Sorprende che la stessa AIPO approvi un progetto di pista ciclabile ben più invasivo e potenzialmente pericoloso nel greto della Parma.
  3. La ri-sistemazione/riqualificazione, dopo l’alluvione del Baganza, della pista ciclabile che sull’argine sinistro del Baganza permetterebbe di uscire dalla città per andare a Sala Baganza, al Parco dei Boschi di Carrega e al Casino dei Boschi (residenza di Maria Luigia), sostenuta anche dal CAI (la via ai monti). Tale percorso fa parte di un percorso ciclabile di valenza nazionale, denominato Ti-Bre Dlce, che dal Brennero porta al Tirreno e in territorio parmense collega le tre residenze di Maria Luigia, Colorno, Parma, Sala Baganza, e che rappresenta una vera e propria greenway. Per concludere, ricordiamoci che la Parma è un torrente, come il Baganza e l’Enza, e, come tale, va trattato. Quindi, non si parli di parco fluviale (cioè dei fiumi). In quale altra città attraversata da un torrente, si è creata una pista ciclabile? A noi non ne risultano. Gli esempi di Bolzano o della pista ciclabile lungo la Drava, sono poco confrontabili con quanto proposto dal Comune di Parma. Infine, per contrastare il degrado del greto basterebbe una maggiore e costante manutenzione, così come per le piste ciclabili cittadine.

Andrea Mozzarelli

FIAB-PARMA Bicinsieme